Quello che canta col
legno
Il liutaio Frank Eickmeyer sulle orme di Stradivari
Rivista "Dolce", marzo
2000
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Anche la luna suona il violino.
Il vento, il tempo, la natura, tutti si uniscono, quando un virtuoso
tocca le corde. Quando il liutaio Frank Eickmeyer si arrampica
col camion per i tornanti delle Dolomiti, fa un viaggio spaziale,
quasi come un astronauta.
Lui cerca sopra la soglia dei
1200 metri l'abete che abbia il miglior suono. Perció ha
consultato prima il calendario astronomico.
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"Il tronco deve essere
abbattuto con la luna calante", è la regola
d'oro: solo quando la linfa dell'albero si trova nelle radici,
il legno è adatto come legno acustico. Altrimenti,
tagliato in altre fasi della luna, il legno non si stagiona
e nello strumento rimarranno sempre delle tensioni."
Esistono commercianti
di legno acustico. Ma per il fatto del controllo della luna
il figlio dell'ex-sindaco di Costanza preferisce arrampicarsi
lui stesso con una guardia forestale sopra i mille metri.
Sul posto sceglie gli esemplari per i suoi strumenti:
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"Io voglio vedere
l'albero e capire come è cresciuto. È quasi
impossibile trovare un abete che non sia cresciuto con una
torsione (il tronco si gira lentamente attorno a se stesso).
Ci sono dei "giganti" che si torcono moltissimo
altri molto poco. Questo incide molto sul taglio delle tavole,
che avviene perpendicolarmente agli anelli. I commercianti
preferiscono vendere il legno segato (a spaccarli c'è
molto scarto) e per il liutaio diventa impossibile seguire
l'andamento naturale della fibra.
Dopo che l'albero è
stato tagliato, Eickmeyer si inginocchia davanti al tronco
ed appoggia l'orecchio sul taglio fresco, mentre la guardia
forestale, dal lato opposto, con un martellino tocca il
legno. Se l'albero è adatto, il legno "canta".
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Giá i Cremonesi
Andrea Guarneri (1626-1698) ed Antonio Stradivari (1644-1737),
i capostipiti della liuteria, celebrarono il magico rituale
sulle Dolomiti. "Il violino è un figlio dell'Italia".
afferma il "Musiklexicon" di Horst Seeger: "Sono
stati i liutai italiani a conferire al violino quella forma,
bellezza e pienezza del suono, quella estesa maneggevolezza
che hanno fatto fallire tutti i tentativi degli ultimi 200
anni intesi ad apportare modifiche allo strumento con l'intento
di ottenere risultati simili agli strumenti originali."
Allora, cosa porta uno
svevo come Eickmeyer a Bologna?
"La forza del destino",
egli dice con un po' di ironia. Ai mosaici del suo itinerario
appartiene la sua famiglia, nella quale tutti suonavano
uno strumento. Frank era il violoncellista - un talento,
dissero gli adulti. Crebbe a Meersburg accanto ad un grande
bosco: "La materia legno mi affascinó giá
da bambino".
La scuola Steineriana
sviluppó molto le doti artistiche e musicali. Peró
un giorno, dopo un concerto, gli venne un dubbio: "la
musica è limitata dal tempo. Essa scorre, perchè
non puó stare ferma. Dopo l'applauso rimane una bella
sensazione, ma niente di concreto. Uno strumento ad arco
invece è un mezzo solido per fare musica. Per questo
ho deciso di fare il liutaio. Adesso quando lavoro su uno
strumento mi sento come se facessi musica. Quando suono
invece, sto costruendo."
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Dove studiare, nel Mittenwald
Bavarese o nel italiana Cremona? Frank ha fatto il concorso
in tutte e due le cittá. "In realtá si
trattava di una pseudoalternativa perchè a Mittenwald
ammettevano solo sette candidati su mille. La prova di ammissione
consisteva in una prova pratica,la costruzione di una rosetta,
poi nel disegno tecnico di uno strumento, ed infine in una
prova musicale sullo strumento.
I tedeschi cercano di rendere tutto difficile e senza il
titolo di maestro (Meisterprüfung) , che si ottiene
dopo 6-8 anni, è impossibile aprire una propria attivitá."
Visto che ha cominciato
a metá anno scolastico, ha fatto un primo viaggio
di assaggio a Gubbio (Umbria) dal maestro Gualtiero Spataffi.
Poi il trasloco a Cremona, dove poi ha saputo della ammissione
a Mittenwald, dove lui peró non è voluto andare.
I suoi colleghi di Cremona gli consigliarono di andarci
assolutamente (che buona pubblicità per la scuola
di liuteria di Cremona!) .Un'occasione del genere non poteva
essere sprecata. "Ma chi è stato allattato una
volta da Mamma Italia difficilmente sa staccarsene.
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Frank si trasferì
nell'Alta Baviera, ma sognava sempre di stare al Brennero
in attesa di un passaggio per l'Italia. L'addestramento
assomigliava a quello dei "Gebirgsjäger"
(gli Alpini bavaresi), i maestri erano assurdamente severi,
la parola "artista" era una bestemmia. Le ragazze
scoppiavano spesso in lacrime", ricorda Frank.
"A Cremona ci sono 300
liutai stretti in un fazzoletto. Questo scatena nevrosi."
Allora decise di andare a studiare liuteria col maestro
Renato Scrollavezza, dove terminò l'apprendistato e insieme
conseguì il diploma al conservatorio "Arrigo Boito" per
poi trasferirsi a Bologna, appunto in quella via del Pratello
dove adesso vive e lavora nella sua bottega dalle travi
dipinte sotto gli antichi portici. Una stradina lunga e
stretta, oggi zona pedonale, dove fra l'altro di tanto in
tanto Frank si esibisce sui suoi violoncelli.
Un liutaio tedesco a Bologna?
"Niente di nuovo sul fronte meridionale", affermano
gli storici. Il violino ebbe un predecessore nel liuto.
Nel 1492 viveva in Piazza Maggiore un certo Hans (soprannominato
Giovanni dei Liuti) mentre Lukas
Mahler, morto a Bologna nel 1552, è esaltato dagli
esperti tedeschi come lo "Stradivari del Liuto".
I Fugger di Augusta acquistarono suoi strumenti. Mark Unverdorben
e Hans Pos fondarono sotto le Due Torri altre dinastie che
si arricchirono grazie agli strumenti a corde costruiti
col legno delle Alpi bavaresi.
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Ai Bolognesi non dava
fastidio che i lavoratori tedeschi immigrati facessero lega
e si sposassero per lo più fra di loro. Al contrario,
Frank Eickmeyer incolla nei suoi strumenti l'etichetta col
suo nome italianizzato in "Francesco Dalla Quercia":
I violini italiani sono considerati i migliori. I clienti
vogliono un autore italiano."
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Non solo Cremona, ma anche
Bologna ha una bella tradizione di liuteria. Raffaele Fiorini
& figlio nel '800 per esempio furono tanto famosi che
poteva permettersi di acquistare l'ereditá di Antonio
Stradivari - che solo in seguito il Comune di Cremona riuscì
a ricomprare. Oggi gli Stradivari e Guarneri hanno una quotazione
di miliardi di lire. Dice Eickmeyer:" I solisti indicano
un violino tanto rinomato nel programma di sala per fare
impressione sul pubblico. In realtá spesso eseguono
i concerti su una buona copia perchè l'originale
è troppo prezioso per rischiare."
Lo Stradivari ha un suono
argentino, penetrante ed armonioso che si rispecchia anche
nella sua impeccabile costruzione. Gli sono stati conferiti
anche altri epiteti, come "simile all'oboe" oppure
"apollineo", mentre i lavori del Guarneri, che
sono molto meno perfetti nell'esecuzione, hanno un suono
più morbido, flautato e dionisiaco. "La corda
di Sol ha radici molto profonde, come se fosse tesa attraverso
la terra. Invece le corde di uno Stradivari sembrano tese
attraverso il cielo", dice Eickmeyer.
"Il canto della terra"
di Guarneri, "l'armonia delle sfere celesti" di
Stradivari: i violini non hanno solo la loro anima, ma sono
anche motivati specificamente. Nella musica da camera è
richiesto un suono capace di fondere perfettamente con gli
altri strumenti, il solista nel fortissimo deve mettere
in vibrazione anche i piú remoti angoli delle grandi
sale da concerto.
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Una tavola da violino
pesa fra i 60 e 70 grammi, è di uno spessore tra
i 2-4 mm e deve reggere un peso di 40-60 kg . Una tavola
troppo sottile puó creare un bel suono subito con
una facile risposta, peró nel corso del tempo cede
e di consequenza il suono perde di potenza. Il liutaio non
deve togliere troppo legno, perchè la sua creatura
resista alla maratona del tempo: "giá dopo un
anno sento come si svilupperá il violino. Dopo tre
anni ne sono assolutamente sicuro."
"Ormai ho costruito
piú di 50 strumenti, registrando molto bene tutte
le differenze costruttive fra di loro per poi metterli in
relazione col suono. Seguendo questo sistema empirico (che
si basa fondamentalmente su questi parametri: materiale,
frequenza delle tavole, peso specifico) nell'arco di 15
anni, sono arrivato a dei risultati sorprendenti."
dice Frank. "Non lascio niente al caso, ogni cliente
ha delle esigenze diverse, i parametri cambiano nel momento
in cui il cliente è un Kammermusiker, un orchestrale
o un solista".
Un violoncello costa 15 000 Euro, 8000 una viola e 7000
Euro un violino. I clienti sono amatori e orchestrali di
tutto il mondo. Anche Kentaro Yoschii, solista dei Sinfonici
di Vienna suona un suo violoncello. "La commissione
di un intero quartetto d'archi mi ha dato la possibilitá
di realizzare una mia visione personale e di creare un corpo
unico sonoro " spiega il liutaio.
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I cinesi spingono sul mercato.
Loro hanno studiato a Cremona e hanno dei prezzi imbattibili.
Loro utilizzano legno dell'Himalaya: "Questi strumenti
superano tutti gli altri a paritá di prezzo. Il loro
suono è pieno e rotondo ma senza grinta. è per
questo che non ci fanno concorrenza", dice Eickmeyer.
E la tecnologia? Non sarebbe
possibile copiare un violino con il suo aiuto? Il liutaio scuote
la testa: "sono stati spesi miliardi, ma tutti i tentativi
sono falliti perchè non esiste una musica uguale per
tutti e nessun ideale sonoro oggettivo. Uno strumento è
qualcosa di piú di una scatola con delle corde. Senza
la sensibilitá del maestro non si fanno dei buoni violini."
Veit Mölter
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Liutaio rincorre ladro e violino
Ha recuperato il "Poggi"
da 100 milioni rubato a un orchestrale del comunale
"La Repubblica" - Bologna,
April 11, 2000
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Ho aperto la vecchia custodia
e ho visto un Poggi del '68. Le sue curve, il riccio , la
levigatura, ho capito subito che era il violino rubato due
mesi fa .
Frank Eichmeyer, Liutaio
di via del Pratello, ha recuperato dopo un rocambolesco
inseguimento un violino da cento milioni rubato a febbraio
a un orchestrale del Comunale. E giá due anni fa
il liutaio-detective aveva compiuto un "salvataggio"
simile.
Qualche giorno fa un giovane
italiano, capelli lunghi raccolti in una coda, si è
presentato nella bottega di Frank. "Ho trovato questo
violino in una cantina, ma non ne capisco molto e vorrei
venderlo" ha detto aprendo la custodia e mettendogli
sotto gli occhi il piccolo gioiello. "Appena ho visto
che era un Poggi" - racconta l´artigiano -"ho
iniziato a tremare: nel mio negozio era entrata una bella
patata bollente."
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"Ho capito che era
rubato e allora, per prendere tempo e cercare aiuto, gli
ho detto che al momento non avevo soldi, ma potevamo andare
da un vecchio collezionista che l'avrebbe sicuramente acquistato."
Il venditore non ha sospettato
di niente e ha seguito il liutaio in via Pietramellara.
Mentre camminavo-continua Frank, mimando la scena nella
sua bottega- tenevo il braccio sempre vicino alla custodia
che lui portava a tracolla, pronto a strapparglielo.
Il negozio del collezionista
era chiuso. E quindi è iniziato un gioco sottile
tra guardia e ladro. Frank ha fatto girare l'uomo per le
vie della zona per mezz'ora, fino ad arrivare all'ufficio
della polizia municipale in Via San Rocco.
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Ho bussato alla vetrata. Lui ha capito la trappola e ha
cominciato a correre. Ma io ho fatto in tempo a strappargli
il violino.
Frank a questo punto si è lanciato all' inseguimento.
Ma a porta San Felice ha perso le tracce del ladro. Ancora
con il fiatone ho aperto la custodia -continua- c'erano
ancora le fotografie del proprietario.
A quel punto mi è venuto il dubbio che l'uomo che
è entrato nella mia bottega avesse trovato davvero
il violino in una cantina e che non fosse il vero ladro.
In ogni caso il prezioso violino è tornato nelle
mani del proprietario e Frank ora spera in una ricompensa:
Non è stato facile strappargli il violino.
Cristina Zagaria
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